di Ivano Porfiri
Nella vita niente è sicuro tranne la morte, figuriamoci in politica. A
due giorni dalla chiusura delle liste del Pd per le elezioni, i posti
sono sempre meno rispetto agli appetiti crescenti, alle recriminazioni. E
a rischiare fortemente ora è uno che, fino a adesso, nessuno aveva mai
messo in discussione nelle previsioni: l’assessore socialista Silvano
Rometti. Il diktat viene da Roma, direttamente dalla segreteria
nazionale: per il Psi solo 6 posti, di cui tre «esterni». Ergo, niente
spazio ai territori. E a questo Rometti non ci sta: «Se non viene
riconosciuta la nostra dignità, a questo punto riconsidereremo il ruolo
politico tenuto finora in questa regione». E per il Pd umbro, dopo la tregua interna rischia di aprirsi un altro fronte.
Il quadro La brutta notizia l’ha portata Nencini
alla segreteria nazionale: nonostante gli accordi dal Pd ci danno sei
posti in tutta Italia, di cui tre riservati a donne ed «esterni» (di cui
uno già assegnato a Pia Locatelli). Gli altri tre destinati allo stesso
Nencini, al suo vice Marco Di Lello e al tesoriere nazionale Oreste
Pastorelli. Nencini, in quel frangente, avrebbe definito «umiliante» la
proposta che azzera le candidature dai territori, tra cui quella in
Umbria, proponendo di rifiutare la candidatura. Idea, però, respinta
dalla segreteria. Si continua a trattare ma i nervi sono tesi.
Assolutamente inaccettabile «Se queste indicazioni nazionali dovessero essere rispettate – spiega Rometti a Umbria24
– l’Umbria rischia di rimanere penalizzata. Significherebbe che il Pd
decide di privilegiare le proprie questioni interne, l’appagamento delle
correnti, l’allungamento delle liste delle primarie rispetto
all’accordo con una forza politica seria e leale, che fin dall’inizio ha
sostenuto il progetto politico di Bersani». Tutto questo, per Rometti e
i socialisti umbri sarebbe «assolutamente inaccettabile« perché «qui
non conta più il sostegno all’azione di governo diffusa ma altre logiche
stimolate da una legge elettorale verticistica».
Dignità va riconosciuta Il Psi ne fa una questione
di principio. «Anzi – puntualizza Rometti – di dignità politica, che
viene prima delle giunte e delle maggioranze. Oggi il Pd ha 212
deputati, se vince ne avrà 340: nei 120 parlamentari in più non trovare 9
posti per noi è incredibile. Anche considerando che noi avessimo l’1%
sarebbero, su 900 parlamentari, comunque 9 posti, gli stessi avuti dai
Radicali che fra l’altro non ci saranno più. E l’accordo era questo».
Riconsiderare linea politica In questa situazione
secondo Rometti «il Pd regionale sembra essere consapevole del nostro
ruolo, da loro mai ci sono stati posti ostacoli. Però ora le logiche
nazionali rischiano di penalizzarci nell’unica regione dove siamo
veramente determinanti per tante giunte». Ripercussioni? «Beh, se
davvero non ci si riconoscerà la dignità di una rappresentanza
parlamentare sarà difficile continuare a tenere la linea tenuta in
questi anni nel centrosinistra. Si badi bene, non è una minaccia ma
bisognerà riconsiderare un po’ tutto nell’azione politica. Di certo, la
nostra base non capirebbe».
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