Sono arrivati dalla regina del Paese in bicicletta sei dei 23 ministri che la prima premier danese donna, la leader socialdemocratica Helle Thorning Schmidt ha presentato a sua maestà Margrethe. È stato questo il segnale di un nuovo stile che si fa strada nel governo di centrosinistra insediatosi in Danimarca. Perché a capo di 23 dicasteri siedono d'ora in poi dei ministri giovani, con poca esperienza parlamentare e quasi nessuna competenza ministeriale
Un'altra giovanissima è Astrid Krag, 28 anni, ministro della Sanità che dovrà garantire interventi rapidi nella cura del cancro e di tutte le malattie mortali. Ida Auken, 33 anni, siede a capo del ministero dell'Ambiente con un compito impegnativo: portare la Danimarca a ridurre i gas serra del 40 per cento entro il 2020, entro la stessa data portare l'energia cinetica a coprire la metà del complessivo consumo elettrico, eliminare per legge ogni sostanza chimica nociva nel cibo, nei succhiotti per neonati e nei giocattoli.
Ma Thorning Schmidt, 44 anni, ripone estrema fiducia nel suo giovane staff (l'età media è di 43 anni) e defiinisce forte e pronta ad entrare in azione la coalizione che ha formato con i socialisti e i radicali, che qui hanno tendenze social liberali. Al suo fianco del resto ha anche alcuni consolidati politici. Il leader dei socialisti popolari Villy Sovndal ha portato per la prima volta nella storia danese il proprio partito ad entrare in un governo. Oggi presiede l'importante ministero degli Esteri e l'anno prossimo sarà sua la responsabilità nel condurre il semestre danese di presidenza dell'Ue.
La leader radicale Margrethe Vestager, che era già stata ministro in precedenti governi socialdemocratici, si è assunta il compito di dirigere due dei maggiori dicasteri , quello dell'economia e quello degli interni. Del resto è lei la vera vincitrice delle elezioni che si sono svolte due settimane fa. Il successo dei radicali e la loro scelta in favore di un governo di centro sinistra ha premiato Thorning Schmidt ma ha costretto lei e Villy Sovndal ad eliminare alcuni punti fermi della loro piattaforma elettorale: ad esempio una tassa sui redditi milionari.
Nelle lunghe consultazioni che hanno portato a definire il programma di governo le sinistre hanno dovuto ingoiare anche altri rospi. Primo fra tutti la riforma previdenziale sottoscritta dai radicali con il precedente governo di centro destra in cui si riducono in modo drastico le possibilità di ottenere il prepensionamento.
I media parlano del nuovo programma come di un insieme rosso/blu. La crisi economica non poteva che imporre dei compromessi. ''Abbiamo un programma - ha sottolineato la premier - che è pesante e che ci può fare uscire dalla crisi. Ma dalla crisi non riusciremo ad uscire se non sapremo collaborare''.
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