mercoledì 17 agosto 2011

Socialista è una brutta parola ?

Socialista è una brutta parola ?

Antonio Martino, liberale, ex ministro, oggi fra i più agguerriti critici della manovra di Berlusconi, ha scoperto che la deriva del Pdl e del suo amato premier è tutta colpa dei socialisti. Ne vede troppi nel governo e nei ruoli apicali del partito e li cita tutti, da Sacconi a Brunetta a Cicchitto a Tremonti. è uno strano destino quello che accompagna una cultura e una tradizione che hanno fatto compagnia a milioni di cittadini per decenni.

Vecchia sezione del Psi (Flickr)

Quello che è accaduto alla parola "socialisti" negli ultimi tempi assomiglia a un film horror. Ogni volta che si è voluto contrassegnare un vizio italiano e soprattutto un degrado della politica si è fatto ricorso a questa definizione. Socialista era il marchio di infamia con cui vennero contrassegnati i tangentari della prima repubblica e socialista fu il leader più odiato alla fine degli anni Ottanta e inizio Novanta quasi che in lui si concentrasse tutto il malaffare della politica.

Oggi sono socialisti sia i ministri detestati per la manovra sia quelli in prima linea negli atteggiamenti antisindacali, cioè Sacconi e Brunetta. Siamo forse l'unico paese occidentale, a parte gli Stati uniti, in cui nessun partito ha voglia di fare ricorso alla definizione socialista per contrassegnare il proprio progetto, addirittura gli ex comunisti hanno fatto diverse giravolte pur di evitare quella antica ma ormai disprezzata denominazione.

Tremonti, Sacconi e Brunetta

È visibilmente una vera rinuncia per la politica italiana che oggi si trova a sinistra senza miti da spendere e senza quella narrazione che Vendola sta cercando senza trovarla ancora. Molti hanno provato a cercare di ricostruire attorno a questa bandiera una nuova aggregazione politica. Ogni tentativo è però fallito malgrado spesso questi raduni socialisti siano affollati. Il paradosso è che mentre a sinistra pochi hanno voglia di dichiararsi socialisti, a destra molti esponenti di punta del berlusconismo si vantano di esserlo ancora. Al punto che al termine di quest'ultima stagione politica ci sono ancora socialisti da additare come gli uomini neri anche di questa crisi italiana.

Che cosa ci sia di socialista nella cultura attuale degli uomini citati da Martino può essere oggetto di una difficile attività di investigazione sulla base di tracce e indizi assai deboli, tuttavia colpisce il fatto che i "cattivi" abbiano voglia di indossare questa veste mentre i "buoni" se ne spoglino. Scrivo queste ultime annotazione sul filo dell'ironia solo per osservare che se non si riuscirà a fare un comitato di salvaguardia del socialismo italiano, che lo restituisca alla sinistra e fra le correnti riformiste di questa, è bene metterci una pietra sopra nella convinzione che se il socialismo avrebbe potuto sopravvivere a Craxi difficilmente si rialzerà dopo Sacconi e Brunetta.


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