29/12/2008  - “Mi rivolgo a quanti – circoli, associazioni, fondazioni, partiti della sinistra non antagonista e non comunista -,  condividono il Manifesto del Partito del Socialismo Europeo approvato a Madrid il 1 dicembre scorso perché si metta fine a divisioni nocive per la presenza in Italia di una sinistra riformista fondata sui valori del merito, della inclusione, del rigore, della libertà”. Inizia così la lettera- appello del segretario del Partito Socialista, Riccardo Nencini, in vista delle elezioni europee del giugno 2009. “Mi rivolgo  - prosegue l’appello - a quanti ritengono colpevole non agire per definire un progetto della sinistra del futuro i cui eletti al Parlamento Europeo siedano accanto ai rappresentanti laburisti, socialisti e socialdemocratici. Mi rivolgo a quanti pensano che sia necessario rinunciare a parte della propria sovranità per concorrere alla costruzione di liste elettorali condivise nei cinque collegi elettorali italiani. Candidati che condividano un programma minimo per il governo dell’Europa in questo tempo di crisi e che, grazie alla loro scelta, riescano a favorire nuovi processi di aggregazione anche solo finalizzati a quella importante scadenza politica. Mi rivolgo a quanti ritengono possibile unire le forze sotto il simbolo del Socialismo Europeo per presentare un’unica lista alle elezioni europee del giugno 2009. Non singole bandiere, dunque, ma l’accettazione del Manifesto del PSE quale segno di laicità, innovazione, investimento sulle giovani generazioni, valorizzazione dell’ambiente, parità di genere, ruolo dell’Europa per costruire la pace nel mondo. I socialisti sono pronti a lavorare in questa direzione fino dai prossimi giorni. Per aiutare questo orientamento a compiersi,  i socialisti – conclude l’appello di Nencini - avanzeranno richiesta al leader del PSE Rasmussen perché venga consentito l’uso del simbolo del Partito del Socialismo Europeo nelle circoscrizioni italiane nelle elezioni europee del prossimo giugno”.
SINDACATI SUONANO COME DISCO ROTTO
29/12/2008 - "Risuonano come voci da un disco rotto le parole dei sindacati sul precariato''. Lo afferma, in una dichiarazione, il segretario del Partito socialista, Riccardo Nencini. ''All' improvviso, dopo le parole del Papa sul lavoro più dignitoso, sono passati – osserva il segretario socialista - da elencazioni di dati e denunce generiche, alla richiesta di confronti, apertura di tavoli e quant' altro. Ma – sottolinea Nencini - cosa hanno fatto finora di concreto? Da mesi stiamo raccogliendo firme sulla proposta di legge di iniziativa popolare sulla tutela del lavoro precario e il sostegno all' occupazione stabile, al centro di una delle quattro campagne che il partito ha lanciato nel settembre scorso. Sono migliaia le firme raccolte ma di sindacalisti nemmeno l' ombra''. ''Anzi, se vogliamo dirla tutta, per esempio a proposito del settore scuola, nel contratto firmato alla chetichella presso l' Aran da Cisl, Uil, Gilda, - conclude Nencini - non ci sono parole sulla tutela dei precari: quando si dice voci da un disco rotto….''
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