mercoledì 16 maggio 2012

IL DOCUMENTO POLITICO APPROVATO DALLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PARTITO







La segreteria nazionale del Psi, ha approvato a maggioranza (18 voti a favore e uno contrario)il seguente documento politico:


Le elezioni amministrative hanno sancito senza equivoci la fine della Seconda Repubblica.
Con l'esplosione dell'astensionismo, si sono moltiplicate le liste civiche locali e, soprattutto nel centro-nord, ha ottenuto ottimi risultati la lista Cinquestelle, simbolo dell'antipolitica e al contempo rifugio del disagio. Ovunque è crollato il fronte del centro-destra, le coalizioni di sinistra vincono largamente nelle città benchè non sia esaltante il risultato del Pd e i voti a IDV e SEL largamente inferiori alle aspettative, delude il Terzo Polo, ottiene un risultato soddisfacente il Psi.
Salvo rare eccezioni (la Federazione della Sinistra), escono di scena i partiti extraparlamentari.

Fino dalle prossime elezioni, il panorama dei partiti e dei leaders è destinato a cambiare in profondità e combattuto sarà il rapporto tra governo e maggioranza parlamentare che lo sostiene.
Il PSI si radica diffusamente – come avvenuto anche lo scorso anno – nell'Italia centrale e cresce a macchia di leopardo nel Mezzogiorno recuperando importanti posizioni in Calabria e in alcune aree della Campania, della Puglia, della Sicilia e del Veneto. Nei grandi centri dell'Italia settentrionale si conferma una forte sofferenza, mentre nei comuni medio-piccoli teniamo rispetto al voto del 2007. Un risultato tanto più apprezzabile in quanto ottenuto in condizioni difficili.
La nuova fase si aprirà all'insegna di un deficit politico ancora più profondo e vivrà dentro una crisi socioeconomica radicalizzata: decrescita di posti di lavoro, deficienza di spesa pubblica a sostegno del welfare, fratture sociali allargate, difficoltà degli organi elettivi a fronteggiare populismo e demagogia..
Alla politica del rigore, opportuna nella prima fase di vita del Governo Monti, non ha ancora corrisposto una scelta decisa verso incisive politiche di crescita.

Senza una patrimoniale sulle grandi ricchezze, senza tassare le transazioni finanziarie – misure, tutte, inserite nel programma del PSE – non sarà possibile diminuire la pressione fiscale sugli stipendi, sostenere la piccola e la media impresa, favorire nuove forme di occupazione giovanile.

Assumere con rapidità queste misure, abolire l'IMU sulla prima casa e rivedere i rigidi parametri del patto di stabilità, liberare risorse per sostenere le imprese che esportano, concertare una piena riforma istituzionale che renda gli enti territoriali più autorevoli, più efficienti e di numero minore all'attuale, regolamentare il ruolo e l'organizzazione dei partiti richiamandosi all'art. 49 della Carta, rivedere la legge elettorale per consegnare ai cittadini la piena potestà di scelta degli eletti con il ritorno al voto di preferenza (doppia preferenza uomo-donna), riscrivere la cornice dello stato sociale perchè protegga soprattutto chi si trova nella condizione del bisogno – dal lavoro precario, ai disoccupati, agli anziani senza assistenza – sono le priorità da conseguire per riacquistare la fiducia dei cittadini e allontanare l'Italia da una crisi senza precedenti.
E' questo l'orientamento che abbiamo consegnato al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il PSI valuterà singolarmente i provvedimenti del governo prima di esprimere il proprio voto.
Le vittorie socialiste in Francia e nelle regioni tedesche sono indicative di una Europa che cambia e che intende conciliare rigore e sviluppo investendo nella conoscenza, completando il processo unitario europeo, provvedendo con gli eurobond alla comunitarizzazione di una parte del debito e al finanziamento della crescita, ricapitalizzando la Banca Europea degli Investimenti.

Dietro al successo socialista si nasconde infine la volontà di opporsi allo smantellamento dello stato sociale e alla deriva dell'antipolitica.
Risultati che ripropongono anche per la sinistra italiana il tema sempre attuale della 'questione socialista'
Il mondo moderato è destinato a ripensare rapidamente le sue strutture, i suoi simboli, la sua politica - la strada già intrapresa vent'anni fa - e lo farà mescolando tradizione e innovazione, politica e tecnocrazia, con una anticipazione di ciò che accadrà apparsa già nei giorni scorsi con lo scioglimento del terzo Polo.
A fronte della incipiente riorganizzazione dei moderati nelle loro diverse declinazioni, è necessario proporre agli italiani il progetto della 'Casa Italiana dei Riformisti e dei Democratici'.

Raccogliere tutte le forze di tradizione socialista moltiplicando gli sforzi in corso in questa direzione, federare le culture laiche e democratiche aprendosi al confronto con le liste civiche locali, fare del socialismo europeo, aperto a nuove esperienze, il luogo rappresentativo del riformismo continentale. Il Psi si impegna per costruire un'alleanza di Governo di stampo Europeo di segno Democratico e Socialista adatta ai nostri tempi. Un'alleanza politica che rifiuti la concentrazione di forze e movimenti ostili all'Unione Europea e che, al contrario , punti a rafforzarne e consolidarne le istituzioni politiche e democratiche, assimilando sistemi ed orientamenti politici , sviluppando maggiore responsabilità e solidarietà fra gli Stati membri.




Alle iniziative già fissate ( celebrazioni del 120° nelle grandi città italiane, Festa dell'Avanti nazionale a Perugia, rafforzamento dell'Avanti on line ) dovrà aggiungersi in giugno un appuntamento destinato alla sinistra riformista italiana nella sua interezza, politica, sindacale, intellettuale.

1 commento:

  1. CASA DEI RIFORMISTI ? NO GRAZIE.

    SULLA “QUESTIONE SOCIALISTA”. APPUNTI AL DOCUMENTO POLITICO APPROVATO DALLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PSI – 17/05/2012

    di Manuel Santoro

    Sono socialista e, in un mondo che sta radicalmente cambiando, non posso non notare come il Partito in cui milito sia affetto da una timidezza dalle elettoralistiche fattezze.

    Per carità, dal documento politico uscito giovedì non tutto è da disapprovare. Il cambio di linea del Partito era nell’aria dopo le amministrative. Con la disintegrazione del Terzo Polo a trazione casiniana e la probabile convergenza di pezzi importanti di Centro nel centrodestra, era parso subito evidente il naufragio della linea politica del PSI, la quale mirava ad assumere una posizione “cuscinetto” tra il PD e l’UDC. Amministrative concluse, assorbito lo shock post elettorale, giustamente si è cambiato posizione politica e, per chi come me ricerca una via a sinistra, questo cambio è stato senza dubbio benefico. Ma non ancora sufficiente. Ci sarà da lavorare.

    Basta, infatti, scorrere il documento sino alla seconda parte in cui si pone la ‘questione socialista’ proponendo agli italiani la “Casa Italiana dei Riformisti e dei Democratici'”. E’ qui che nascono le contraddizioni.

    Perché porre la “questione socialista” proponendo la “Casa dei Riformisti e dei Democratici”? Associare la questione socialista, questione del socialismo che riguarda tutti i socialisti, ad un progetto in cui gli attori principali sono riformisti e democratici, significa comprimere forzatamente i mille risvolti del socialismo italiano nel solco del solo riformismo democratico, del quale, però, ne andrebbero poi analizzate le vicinanze alle istanze neo-liberiste; significa forzare volutamente l’esclusione di fette importanti dell’anima socialista fuori dal Partito, privilegiando effusioni elettoralistiche di stampo “democratico” in vista delle prossime politiche; significa rinunciare alla ‘questione della sinistra’ in Italia mettendo consapevolmente nel conto sia la futura irrilevanza del Partito “nel” Partito Democratico, sia l’esclusione del Partito da una futura costituente della sinistra su basi programmatiche alternative al dogma neo-liberista. Il tutto nella consapevolezza che lo spazio politico, a sinistra, per un riformismo di sistema, radicale e rivoluzionario, è ampio ed in costante crescita.

    Non è una novità. Penso che il Partito Socialista debba essere baluardo di una rinascita della sinistra in questo paese.

    Il Partito Socialista non può non essere epicentro di un percorso di aggregazione di una sinistra che ponga problemi e trovi soluzioni al di fuori della matrice neo-liberista. Una sinistra che sia radicalmente riformista fermamente ancorata al PSE ed alle forze della sinistra europea. E, non ultimo, all’Internazionale Socialista.

    Una sinistra che sappia valorizzare e perseguire con saggezza un ancoraggio forte con i cittadini, con le comunità, con la società intera. Una sinistra che sappia ricercare costantemente un rapporto privilegiato con la base, e dalla base, comprendere i problemi ed i bisogni reali della società.

    Non è più tempo per moderatismi di stampo centrista. La dirigenza del PSI ha cambiato positivamente linea politica. E’ fondamentale che, per la sopravvivenza del partito, lo faccia nuovamente in modo tale che il topolino ingrassi. A sinistra.

    Manuel Santoro

    Partito Socialista Italiano

    Direttivo nazionale della Lega dei Socialisti

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