OH MIO WELFARE, SI' BELLO E PERDUTO. 
LETTERA CON REPLICA
Al Direttore - Roma  locuta, causa  finita. Roma ( il Corriere della Sera ) ha parlato, la causa ( il  socialismo ) è  finita. Era già finito il socialismo reale ( il comunismo ) e i moderati  di  tutto il mondo attendevano la fine del " socialismo dellla spesa " (  traduzione  maligna della antica e osannata espressione: " Coompromesso  socialdemocratico "  ). 
Fraterni saluti           
Tratto da " Il Foglio " di giovedì 20 maggio    
Voi che ne pensate?  
Al Direttore - Roma  locuta, causa  finita. Roma ( il Corriere della Sera ) ha parlato, la causa ( il  socialismo ) è  finita. Era già finito il socialismo reale ( il comunismo ) e i moderati  di  tutto il mondo attendevano la fine del " socialismo dellla spesa " (  traduzione  maligna della antica e osannata espressione: " Coompromesso  socialdemocratico "  ).Perché " il Compromesso   socialdemocratico " è in agonia?
 Perché la travolgente  globalizzazione del capitalismo finanziario ha travolto gli equilibri  istituzionali, politici e sociali nazionali e ha scaricato sul  capitalismo della  produzione reale e sulle aree del lavoro nazionale il peso delle sue  rapine.
 Il prof. Panebianco  annuncia  austerità e conservazione di un minimo di stato sociale residuale, ma  non ci  spiega perché siamo ridotti in queste condizioni. Non siamo vetero se  affermiamo  che il decisore di prima istanza ( il capitalismo finanziario ) ha rotto  il  patto dei decisori nazionali ( capitalismo e lavoro ). E se le cose  stanno  così, è illusorio immaginare che il sacrificio di massa possa passare  pacificamente senza che non vi sia una profonda rottura sociale.
 Ma ciò non è già  scritto nel  grande libro della storia. Vi è un'altra strada maestra: portare tra i  decisori  globali di prima istanza il mondo del capitalismo della produzione e  quello del  lavoro. 
 In politica gli errori  si pagano  con uno spostamento dell'asse del potere di decisione.
 Chi ha sbagliato deve  pagare.
 Il revisionismo  socialdemocratico  tedesco negli anni Venti del secolo scorso aveva già parlato dei  pericoli del  capitalismo finanziario.
 I conservatori italiani  sono  sempre in ritardo. La nostra sinistra è disorientata.
 Per fortuna ne comincia  a parlare  Papa Ratzinger!
 Fraterni saluti
Caro Formica, la  globalizzazione  non è una rapina, è il movimento reale che abolisce lo stato di cose  presente (  per usare la lingua del marxismo cara ai nostalgici del compromesso  socialdemocratico ), è lo sviluppo nell'epoca tecnologica e  dell'informazione  digitale, è l'immissione di masse storicamente diseredate in un mercato  nel  quale si pagano alti prezzi sociali, ma in vista di una eredità  finalmente  positiva, fattiva, vitale. La globalizzazione ha già ridotto le povertà  da  sottosviluppo, dice con buoni numeri e argomenti l'Economist. E non mi  sembra  una vulgata ideologica. Naturalmente la globalizzazione ha anche  generato  paurosi squilibri e pazze tendenze speculative, ma questo è il sale, in  senso  schumpeteriano, di un capitalismo che distrugge e ricostruisce, sistema  semper  reformandum, danzando intorno al tema della ricchezza e non, come il suo  inverso  storicologico, intorno al fantasma della povertà egualitaria. Rottura  sociale?  E' nel conto. Ritorno al potere dei decisori nazionali? Mi sembra  improbabile.
 Giuliano  Ferrara
 Tratto da " Il Foglio " di giovedì 20 maggio
Voi che ne pensate?
Che dire? Ottimo Formica! Anche Macaluso dal sito de leragioni.it ha preso le mosse dall'articolo di Panebianco per segnalare il forte attacco al modello sociale europeo. E i politici "di sinistra" che cosa dicono? Quelli impegnati in prima linea nelle istituzioni e nei partiti che cosa ne pensano? La posta in gioco si sta alzando sempre più e sotto il ricatto della "tragedia greca" verranno fatte passare cose importanti. La voce di Roma (il Corriere) l'abbiamo sentita; sul Foglio magari, aspettiamo un intervento socialista di qualche giovane dirigente del Pd in cerca di celebrità.
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